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La perla blu del Marocco: Chefchaouen

    Chefchaouen scale

    Probabilmente questo articolo meriterebbe di essere lasciato spoglio, per contemplare bene le immagini più che spettacolari della città di Chefchaouen. Chefchaouen è chiamata Perla Blu del Marocco, e il motivo è veramente stupefacente, le case (come possiamo vedere in foto) sono tutte blu, e l’atmosfera da opera d’arte di Picasso, affascina tutti i visitatori.

    Guardando le foto si può immaginare che le strade e le case appartengano a una classica isola greca, per definizione colorate di blu e bianco. Ma Chefchaouen è una cittadina che si trova tra le montagne del Rif, in Marocco, a 110 chilometri a sud ovest di Tangeri. E così, ha preso il nome di Perla blu del Marocco, proprio per la sua cromaticità tra l’azzurro e il cobalto.

    Fino alla metà del Novecento, per ragioni sacre, i musulmani hanno vietato l’accesso a turisti stranieri e visitatori non musulmani, per questo la cittadina di Chefchaouen è stata scoperta in realtà da poco tempo agli occhi degli europei. Al momento Chefchaouen è considerata la 6 città più bella del mondo nella lista delle 50 stilata da Cond Nast Traveller, superando Parigi, nonché un centro turistico di eccellenza.

    Chefchaouen presenta molte analogie con le città andaluse, come le case basse, i vicoli stretti ecc. Questo perché nei secoli la città ha subito diversi assedi e diverse dominazioni che per tanto tempo hanno creato mistero attorno alla città e al suo colore, contrapposto al verde delle montagne circostanti (dove inoltre si coltiva il 40% di marijuana del mondo). Ma perché Chefchaouen è blu?

    Chefchaouen: un piccolo paradiso nascosto al turismo di massa

    Chefchaouen vicoli

    Le case, i vicoli, le scale, le finestre e tutta la città di Chefchaouen è dipinta di blu cielo, che ha attirato tra tutti anche il celebre fotografo Steve McCurry. All’origine di questo colore ci sono tantissime leggende, ma nessuna purtroppo è stata confermata come leggenda ufficiale. La spiegazione più considerata e più veritiera è quella che risale a tempo fa, quando gli ebrei scelsero di dipingere di blu la città vecchia per simboleggiare il Paradiso, considerata loro finale meta dopo essere fuggiti dall’inquisizione spagnola.

    Un’altra storia, la quale attribuisce ancora agli ebrei la paternità del blu nella città, è risalente al periodo nazista, da cui gli ebrei sono fuggiti in Marocco nel 1933. Altra storia, non assolutamente parallela, è quella che attribuisce il blu alla volontà di tenere lontani zanzare e moscerini (infatti tanti insetti sono respinti dall’acqua e dal colore blu in generale).

    Chefchaouen è stata anche meta sacra dei musulmani, nel cuore della città infatti vi è costruita la Grande Moschea di El Masjid El Aadam. Tempo fa, quando l’ingresso alla città era vietato agli stranieri, questa moschea era meta di un lungo pellegrinaggio. La città è speciale, infatti convivono diverse culture, ebrea-andalusa e musulmana e berbera. A testimonianza di ciò vi sono i diversi stili di architettura visibili lungo la città.

    Nell’estremo nord del Marocco, il fascino antico di un villaggio fiabesco e unico al mondo

    Chefchaouen gatto